08 gennaio 2015
BISOGNI RILEVATI E MOTIVAZIONI
a malattia mentale colpisce circa 450 milioni di persone in tutto il mondo. In Italia, la percentuale di persone che soffrono di problemi psichici è del 10%. Deliri, allucinazioni, confusione, ansie, paure, angosce, chiusura in sé stessi, talvolta terrore e desiderio di morte, sono le caratteristiche di questo terribile disturbo che arreca grande sofferenza al malato e al suo nucleo famigliare di appartenenza. Non secondarie sono, inoltre, le conseguenze di tutto questo sul rapporto con il mondo esterno, che ne risulta stravolto. Chi soffre di una malattia mentale, infatti, fatica a mantenere una normale relazione con sé stesso e con i suoi simili. Il risultato è l'isolamento sociale del malato e dei suoi famigliari, che finiscono con il costituire una realtà a sé rispetto al resto della società, che viene vissuta di volta in volta come colpevolizzante, stigmatizzante e/o indifferente alla loro sofferenza. Il risultato di una tale distanza è la creazione di circolo vizioso di reciproca attribuzione di responsabilità tra malati, famigliari, istituzioni pubbliche e società nel suo complesso. In ultima analisi, l'esito finale è la non collaborazione e la perdita di ogni speranza di miglioramento.
Studi epidemiologici (Kissling 1991, 1994) hanno, al contrario, ampiamente dimostrato quanto fosse erroneo l'assunto secondo il quale l'evoluzione della psicosi fosse necessariamente sfavorevole, sottolineando la sua correlazione positiva con il funzionamento sociale del paziente, con il legame con la famiglia, con l'omogeneità e densità della sua rete sociale.
Sulla base di queste considerazioni, la cronicità sembra essere più legata a fattori iatrogeni, ambientali e sociali, che non a caratteristiche intrinseche alla malattia stessa; da qui la necessità di interventi riabilitativi che in primo luogo agiscano sull'isolamento e sull'integrazione sociale.
Tale necessità è fortemente sentita dai famigliari e dai malati psichiatrici che, soprattutto se giovani, avvertono il bisogno di essere in qualche modo "collegati" al contesto sociale di appartenenza.
In questa nuova ottica assume un ruolo fondamentale la famiglia del malato che, da passiva contenitrice di angosce e frustrazioni, si erge ad attiva promotrice del processo di cambiamento, attraverso la creazione di una cultura solidale dell'auto - mutuo aiuto, l'organizzazione e la promozione di eventi sociali che favoriscano l'integrazione, l'apertura alla collaborazione con gli enti pubblici e la società dei "sani"...
OBIETTIVI DEL PROGETTO
Promuovere una cultura della solidarietà tra famiglie che si trovano ad affrontare il medesimo dramma, attraverso la creazione di un gruppo di auto - mutuo aiuto
Favorire l'integrazione sociale dei malati psichiatrici e delle loro famiglie attraverso la collaborazione fattiva degli stessi con volontari, operatori e realtà (pubbliche e private) del territorio valdostano. Tale collaborazione avrà il fine di organizzare eventi di carattere sociale. Il valore e l'importanza dei suddetti eventi risulteranno essere tanto maggiori quanto più si tratta di attività promosse non dalle istituzioni ma dal tessuto sociale informale
Sensibilizzare la cittadinanza sul tema della malattia mentale attraverso gli eventi sopra citati
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Strutturazione di un "Gruppo operativo di auto - mutuo aiuto" per famigliari di malati psichiatrici (max n°15 nuclei famigliari). Tale gruppo si incontrerà per n° 20 incontri (della durata di 2 h cadauno) a cadenza bi/trisettimanale per il periodo Novembre 2014 - Novembre 2015. Gli incontri saranno coordinati dalla psicologa dell'Associazione, con l'indispensabile collaborazione di n° 5 volontari, e avranno una duplice finalità: da un lato promuovere un sostegno emotivo reciproco e solidale tra i suoi membri, dall'altro organizzare n° 4 eventi sociali (cene, gite culturali e/o ricreative, spettacoli, mostre, feste...) sul territorio valdostano aperti a tutta la cittadinanza. A tali eventi parteciperanno, ovviamente, anche i congiunti malati dei membri del gruppo e, in generale, si cercheranno di includere quanto più
possibile anche altre persone sofferenti di disturbi psichici, al fine di favorirne l'integrazione sociale. La tipologia specifica di evento sarà scelta, nel corso degli incontri, dal gruppo stesso. L'inserimento dei famigliari all'interno del gruppo sarà promosso tramite invito diretto dei soci a partecipare e la propaganda mediante mezzi di comunicazione (volantini, stampa, radio e televisione).
Saranno previsti anche n° 3 incontri, tenuti sempre dalla psicologa dell'associazione, in cui lavorare solo con i volontari per favorire un coordinamento degli interventi nel gruppo.
Gli incontri (che si differenziano dai corsi psicoeducazionali posti in essere negli anni precedenti dall'Associazione) non si concentreranno su obiettivi formativi e informativi. Sarà, al contrario, privilegiata una modalità attiva di azione diretta sul tessuto sociale, sostenuta e stimolata da una cultura solidale di reciproco aiuto.
Tale progetto risulta essere in linea con le direttrici delle politiche regionali di intervento in ambito socio - sanitario. Nello specifico è in continuità con le seguenti:
Creare ALLEANZE responsabili tra tutti gli attori del sistema
Valorizzare le COMPETENZE dei cittadini e degli operatori come strumento e fine per migliorare salute e benessere
Tutelare la FRAGILITA' e valorizzare ogni persona, con attenzione alle prime e ultime fasi della vita